Ieri ho chiuso la seconda e ultima bozza del mio nuovo romanzo. Una faticaccia! Rileggere tutte quelle pagine per l’ennesima volta non era facile. Specie in ragione delle “dimensioni” del prodotto finale, che sfiora di poco la soglia delle 500 pagine.
Come avevo già detto in alcuni precedenti post, questo è un romanzo storico, ambientato prevalentemente in Lombardia, tra Milano e dintorni, nel periodo che va dal crepuscolo della dominazione di Maria Teresa d’Austria, passa attraverso le due dominazioni napoleoniche (inframezzate dal governo provvisorio di Cocastelli) e si conclude con la restaurazione suggellata dal Congresso di Vienna, poco prima che maturino i primi moti carbonari.
Il romanzo si basa su documenti e carte d’archivio ricavati presso la parrocchia e l’ospedale di Inzago, nonchè in vari archivi storici di Milano.
Mi sono servito anche della consultazione di libri, saggi, epistolari (tra cui quello di W.A. Mozart, rivelatosi decisivo per ricostruire un agguato napoletano dell’epoca).
Si tratta di una pagina sconosciuta della storia lombarda tra Settecento e Ottocento, seppur molto avvincente, piena di colpi di scena, ed episodi particolari.
Insomma, tutto questo per dire che, pur essendo un romanzo storico, sarà tutto fuorchè noioso.
Altra questione: il titolo.
Perchè “Confessioni di un evirato cantore”?
La citazione si riferisce ad un celebre verso dei “Sepolcri” di Ugo Foscolo. Guardacaso, Foscolo figura tra i personaggi minori del romanzo. Ma di questo e altro parlerò più avanti.
giugno 20, 2009
Chiuso il nuovo romanzo
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